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ARMENO-MOTTARONE

Pubblicato il 11.7.11

Quest'anno mi sono iscritto alla Armeno-Mottarone memore del risultato
dello scorso anno, quando sono arrivato terzo assoluto (mio miglior
piazzamento di sempre) pensando di ben figurare, ma quando domenica
mattina mi sono presentato ad Armeno ho capito subito che quest'anno non
sarebbe potuta andare come lo scorso anno vista la presenza di parecchi
corridori di buon livello.
Parto cercando di fare del mio meglio.
Fin dall'inizio, dopo i 2-3 km iniziali, è stata lotta a 2 tra me e il compagno di squadra Claudio Fontana  (che in questo periodo sta avendo dei buoni risultati). Ci siamo così sfidati/tirati per buona parte della gara giocandoci la  7a 8a posizione: erano imprendibili quelli davanti a noi! Troppo staccati per prenderli.
E' stato al 9° km che Claudio ha mollato di qualche decina di metri, da li ho capito che potevo farcela, anche se poi verso il decimo km ci ha passato un atleta più fresco di noi. Arrivo così in 8a posizione con molta soddisfazione sapendo di aver dato il massimo.
Ci ho dovuto mettere parecchio impegno sia fisico che mentale per affrontare tutti quei tornanti in salita che sembravano non finire mai, lasciandomi respirare solo in pochi tratti meno duri.
La gara mi è sembrata bene organizzata con il percorso chiuso al traffico ed un buon ristoro finale molto abbondante ricco di frutta che con il caldo andava giù bene.
Unici elementi negativi nessuna possibilità di lavarsi all'arrivo, il pizza party tanto pubblicizzato con tranci di pizza fredda  e birra calda. Tutto sommato è stata una bella gara complice il meteo che ha tenuto fino alle prime ore del pomeriggio. Poi tempesta e grandine.


Paolo Negretto

Sabato sera – fra una costina ed un boccale di birra – mi chiedevo se davvero valesse la pena alzarsi la domenica mattina in orario antelucano per andare sino ad Armeno per correre 12 chilometri tutti in salita; per capirlo non ho potuto far altro che alzarmi alle 6 (20 minuti dopo il sorgere del sole), mettermi in macchina ancora un po’ addormentato e raggiungere quell’amena località alle pendici del Mottarone (sponda novarese), la “montagna dei due laghi”. Al ritiro del pettorale, guardando il numero di runners presenti, ho cominciato a capire che, forse, non avevo fatto male a trascinarmi sin la. Al via – insieme a me – riconosco altri quattro valbossini che – me ne faccio subito una ragione – sarebbero di certo arrivati in vetta molti minuti prima del sottoscritto. Lascio quindi a loro le prime posizioni e parto defilato in fondo al gruppo; l’altimetria della corsa – stampata direttamente nella mia mente dal sito salite.ch (ma chi sarà lo svizzero che le ha scalate tutte ?) – indica subito un paio di chilometri con pendenze medie oltre l’11 % che preferisco affrontare al piccolo trotto, senza badare al tempo sui mille. Nonostante la prudenza riesco pian piano a recuperare posizioni; il gruppo si sgrana e supero persone che sbuffano e che camminano – già dal secondo chilometro - piegate sulle gambe. Nessuno però si lamenta della fatica. Nella parte centrale le pendenze si fanno meno gravose, i battiti ritornano regolari ed il ritmo – per quel che si può – aumenta. Il cielo nel frattempo si è aperto ma, salendo in quota, la temperatura rimane ottimale per correre; puntuale ogni due chilometri si trovano ricchi ristori, con acqua, sali e frutta a volontà. Usciti dai boschi (di faggi e betulle) il panorama che si presenta fa dimenticare la fatica accumulata; sotto il Lago d’Orta, davanti le Alpi e, ormai poco sopra, la vetta. Rinvigorito soprattutto da quest’ultima vista affronto, sempre di corsa nonostante le gambe comincino ad essere un po’ durette, l’ultimo strappo che dal decimo chilometro conduce all’anello pianeggiante che porta alla cima, ove è posizionato il gonfiabile che segnala l’arrivo. Alla fine 12,6 chilometri con un dislivello di circa 920 metri. Ce l’ho fatta; arraffo varie fette di anguria e melone e – seduto sul prato a fianco di un impianto di risalita – me le gusto guardandomi attorno; finalmente mi è chiaro, ne valeva la pena ! Come previsto, gli altri valbossini mi avevano da parecchi minuti preceduto sul traguardo: complimenti soprattutto a Paolo Negretto e Claudio Fontana, rispettivamente ottavo e nono della classifica generale.

Stefano Modesti

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foto della premiazione
imagePrimo Diego Abbatescianni dell'Atletica Palzola in 55.35,
secondo Fabio Caldiroli (57.38)
terzo Salah Ouyat (59.49)
quarto Andrea Basoli (1.00.07),
quinto Stefano Demuru (1.00.51),
sesto Aziz Meliani (1.01.24),
settimo Marco Timo (1.02.24),
ottavo Paolo Negretto (1.03.00)
nono Claudio Fontana (1h03.32)

3 commenti
  1. tillo 12 luglio 2011 alle ore 13:21  

    Paolo, vederti sulla foto dei premiati è sempre una grande soddisfazione o no !!!
    Stefano 55° di categoria, ma eravate tutti MM35?

  2. president 13 luglio 2011 alle ore 19:56  

    Complimenti per le classifiche oltre che per i commenti.

  3. 3mea 15 luglio 2011 alle ore 13:30  

    Bene i valbossini nei primi '10', ma anche gli altri, la gara è tosta!