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MEZZA DI SAN GAUDENZIO

Pubblicato il 1.2.12

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Novara 29 gennaio 2012

“Certo he bisogna esse’ proprio dè bischeri pè andà fino a Novara a correre con questo tempo, maremma maiala!” Queste sono state (più o meno) le prime parole che ho detto ai miei compagni di viaggio Andrea e Silvio quando domenica mattina alle 7 e un quarto, con più di 20 cm di neve, siamo partiti alla volta di Novara per correre la nostra prima mezza del 2012.

Malgrado le condizioni meteo non proprio delle migliori abbiamo trovato circa un migliaio di altri atleti che, come noi, hanno preferito presentarsi sulla linea di partenza piuttosto che farsi intimorire dal freddo e dalla neve e rimanere al calduccio sotto le coperte. Fra questi impavidi c’erano anche i nostri colleghi Valbossini Stefano, Luca e Carlo, con i quali avevamo concordato di trovarci sul posto.

Spesso rifletto che il più grosso insegnamento della corsa sia proprio questo: il fatto di non lasciarsi mai intimorire dalle difficoltà e dalle avversità, ma che anzi queste ultime contribuiscano a rafforzarti e spingerti ad affrontare e superare, sia nello sport come nella vita, ostacoli che inizialmente potevano essere ritenuti insormontabili.

L’organizzazione è stata eccellente, con un ampio parcheggio (purtroppo tramutato in un pantano a causa della neve) ed un intero palazzetto a nostra disposizione che ci ha consentito perlomeno di restare al riparo dal freddo prima della partenza.

Il percorso si è svolto quasi interamente nella campagna innevata a sud di Novara ed era emozionante vedere questa lunga striscia colorata di persone correre in mezzo ad un paesaggio completamente bianco e oserei dire quasi spettrale. Malgrado la temperatura vicina allo zero ed il vento freddo misto a nevischio che ci pungeva la faccia, abbiamo tenuto alto il nome della Valbossa, giungendo tutti e 6 al traguardo con un tempo ragionevole e soprattutto racchiusi in un intervallo di 5 minuti, dato che durante il percorso non abbiamo mancato di controllarci a vista, sostenerci e farci forza a vicenda, come una vera squadra che si rispetti.

Il ristoro a fine gara è stato davvero ricco ed abbondante ed il vin brûlé che ci siamo sorseggiati dopo l’arrivo si è rivelato davvero provvidenziale per riprenderci dal freddo patito.

Saliti in macchina, col riscaldamento acceso, guardando fuori dal finestrino il percorso della gara ci siamo guardati negli occhi e complimentati per l’impresa appena compiuta. Spero che il prossimo anno la nostra rappresentativa sia più numerosa. Noi ci saremo ancora: e voi non vorrete mica tirarvi indietro, no?

Lorenzo

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1 commenti
  1. president 1 febbraio 2012 alle ore 22:18  

    Complimenti ai nostri valbossini, per lo spirito con il quale vi siete avventurati in quel paesaggio bianco. Questo è il cuore del podista: oltre alla fatica, al sacrificio, gareggiare anche con le condizioni atmosferiche più impervie.