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Cronaca NYM

Pubblicato il 10.11.11

di Antonio Marzoli

La maratona della grande mela ha sempre un fascino particolare, chi l’ha già fatta sa cosa vuol dire e sa quale aria si respira nei giorni precedenti la maratona, l’adrenalina sale lentamente di giorno in giorno per poi esplodere il giorno della maratona, se poi riesci a farla come l’hai sognata alla fine sei al settimo cielo.
004 Domenica mattina solita sveglia alle 4,30, ma per noi europei grazie al fuso orario non ancora assimilato non è un grande problema e, in mezzo a circa 800 bus  si va  verso il Verazzano bridge. Quando arrivi capisci veramente che ci sei dentro e l’emozione prende il posto a tutta la razionalità che ti eri posto. Io pur essendo alla 7° partecipazione sono riuscito ancora ad emozionarmi.
Fa freddo, ma non una cosa impossibile come lo scorso anno, si eseguono i soliti preparativi si salutano gli amici, si consegnano i sacchi  e poi si entra in griglia. Lunga è l’attesa. Trovo Linus, parliamo del più e del meno e poi finalmente ecco l’ inno nazionale anche se non sono americano, mi viene la pelle d’oca, poi sulla musica di New York New York colpo di cannone e si parte!!!
Per la prima volta dopo il via si rimane quasi fermi e si cammina per circa 40”. Con calma inizio a correre senza dannarmi più di tanto. Recupero qualche cosa sulla discesa del Verazzano, faccio i primi 5 km in 23’31”. Si arriva in Brooklin,  le band che suonano e gli incitamenti del pubblico non ti fanno sentire la fatica. 
Giro alla mezza in 1h37’20”, ma la maratona è una brutta bestia, il finale di New York è tossico e le crisi sono sempre dietro l’angolo.
Sento di star bene, ma cerco di essere regolare, avendone già fatte 6 so cosa mi aspetta. Sul Queensboro Bridge tira una aria veramente fredda. Si scende, si entra sulla  First, un rettilineo interminabile di 5 km, si corre tra due ali di folla che urla a squarcia gola. La gamba è buona il cuore è basso e continuo con il mio ritmo.
Altro Bridge e siamo nel Bronx dove storicamente vado in crisi, ma stranamente quest’anno corro i migliori 5 km della gara in 23’ 06”. 
01435° km prendo l’ultimo Enervit. Siamo in Harlem sulla Fith Avenue. Qui è salita vera per un km abbondante. Finalmente si entra a Central Park, 38° km, ho un inizio di crampi alla gamba sinistra, ma ho ancora energia, son lucido, la fatidica crisi non arriva e non arriverà, mi gestisco, rallento un pochino, ma non più di tanto.
Ultima fatica, salita del Plaza e poi dentro ancora in Central Park, mi dico: “anche questa è fatta”. 
Vedo lo striscione d’arrivo, sprinto e chiudo gli occhi, alzo le braccia al cielo, il cronometro dice 3h16’18”, è il mio personale di sempre.
Grande soddisfazione per un Valbossino non più in giovane età!
Poi alla sera, grande festa al The River Cafè di Brooklin con gli amici di sempre.
E anche quest’anno come mi dice il mio capitano Marco Rampi posso dire: “Go Tonino Go”!!!

Un caro saluto a tutti

Antonio

1 commenti
  1. president 11 novembre 2011 alle ore 19:27  

    Ciao Antonio, sei diventato un mito della maratona della grande mela!
    Alla settima edizione hai migliorato ancora il tuo tempo.
    Stai perfezionando sempre più la tua maturità atletica.
    Davvero complimenti!!!