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BORMIO STELVIO

Pubblicato il 18.7.11

imageIl passo dello Stelvio (2758 m s.l.m.) è una salita affascinante e impegnativa: dal versante lombardo l’ascesa inizia da Bormio (1225 m s.l.m.), è lunga circa 21,5 km e conta 36 tornanti. La pendenza media è del 7,1%, quella massima del 14% (segnalata da un minaccioso cartello giallo posto tra il km 10 e il km 11), per un dislivello che supera i 1500 m. Gli ultimi due/tre km sono i più duri e si attestano intorno all'8%. Lo Stelvio - sportivamente parlando – è divenuto famoso per le imprese ciclistiche che l’hanno visto protagonista. Inserito per la prima volta nel tracciato del Giro d'Italia nel 1953 è stato subito teatro di una delle ultime grandi imprese di Fausto Coppi: nella penultima tappa, da Bolzano a Bormio, il campionissimo ormai trentaquattrenne staccò il leader della classifica, lo svizzero-rivale Hugo Koblet, conquistò la maglia rosa e vinse il suo quinto e ultimo Giro. Da allora la corsa a tappe è passata molte volte sullo Stelvio, in ogni occasione diventandone la "Cima Coppi" in quanto passo più alto fra quelli in programma. Ormai da qualche anno questa salita – dal centro di Bormio sino allo scollinamento - è protagonista anche di una gara podistica, organizzata dalla U.S. Bormiese che si disputa in contemporanea alle competizioni ciclistiche e di skiroll ed è sponsorizzata da un “mecenate” dello sport, il dottor Squinzi patron della Mapei. Da tempo meditavo di partecipare al Mapei Day ma solo quest’anno – grazie alla compagnia di due amici ciclisti – ho vinto ogni resistenza e deciso di iscrivermi; con me a rappresentare i colori della Valbossa ho trovato nientepopodimeno che il Presidente e Paolo Raffone, quest’ultimo super esperto della competizione essendo ormai alla sesta presenza. Alla partenza il cielo plumbeo non lasciava presagire nulla di buono, anche se le previsioni scongiuravano il pericolo di pioggia almeno per tutta la mattinata e lo speaker millantava – alle 8,30 – 10 gradi in vetta. Sin dal via la strada si inerpica con pendenze non proibitive ma costanti. Mi “aggancio” ad Angelo ed insieme percorriamo i primi otto chilometri; poi comprendo che il suo passo è un po’ troppo veloce per me e rallento, lasciandomi sfilare. La prima parte è – per lo più - al “coperto” dal vento e la temperatura – pur non estiva – è ben sopportabile. La porzione più spettacolare del percorso è quella centrale quando, superate le gallerie, iniziano i 36 tornanti, ognuno segnalato da un cartello con numero decrescente (e l’immaginetta di un ciclista). Le maglie degli atleti che salgono verso la cima a diversa velocità – chi a piedi, chi in bici o con gli skiroll – disegnano l’asfalto rimescolando di continuo mille diversi colori. Finalmente – al quindicesimo chilometro – giunge un tratto con pendenze più lievi; è l’alpeggio estivo di Pian di Grembo. Tiro il fiato e, allungando il passo, raggiungo Angelo. Al termine del Piano guardo in alto e vedo il traguardo; penso di essere alla fine ed invece … il “bello” deve ancora venire. Lo strappo finale – un po’ meno di tre chilometri – mi blocca subito il respiro; intirizzito dalle raffiche di vento freddo (e da una pioggerellina ghiacciata) mi faccio forza (maledicendo lo speaker per le sue false indicazioni al via) e – alternando passo e corsa – inizio a contare i tornanti che mi separano dal traguardo. Dieci, nove, otto … breve sosta per un bicchiere di tè caldo … sette, sei, cinque … vengo raggiunto da un gruppetto di ciclisti che lancia lo sprint finale (chissà mai perché visto che ne saranno passati già più di trecento) … quattro, tre, due … cartello che preannuncia la foto ufficiale (solo però a chi ha ben visibile il pettorale). Sistemo quindi la canotta ed il numero azzurro – penso che senza foto potrei poi dimostrare la mia presenza sotto il gonfiabile d’arrivo solo testimonialmente (deformazione professionale) - raccolgo le ultime energie e riparto di corsa – o, almeno, qualcosa di simile - per gli ultimi 500 metri. Angelo – che ha ben resistito sull’erta finale – ha già tagliato il traguardo da un paio di minuti; Paolo – pur lontano dalla forma migliore e dai suoi tempi abituali – colleziona l’ennesimo arrivo in quota. Buona – ma perfettibile, soprattutto nell’assistenza al traguardo - l’organizzazione e suggestivo il percorso. Da rifare, a condizione che all’iscrizione venga garantita anche la presenza del sole.

QUESTI I RISULTATI DEI VALBOSSINI

DE MIERI ANGELO MMM55  - 02:25:27. Media  8,7

MODESTI STEFANO MMM40 - 02:27:12. Media  8,6

RAFFONE PAOLO MMM50 - 03:13:41. Media 6,54

4 commenti
  1. Silvano 18 luglio 2011 alle ore 09:41  

    Bravo al Presidente ed a tutti i Valbossini sempre ed ovunque presenti !!!!

  2. pilo 19 luglio 2011 alle ore 10:40  

    Avvocato, bravo!! Sportivamente per aver tenuto testa ad un Presidente che in salita sa il fatto suo e per l'ottima cronaca, che mischia la storia sportiva (e che storia) con la cronaca attuale.
    Bella anche la scelta dei link a wikipedia.
    Complimenti

    il pilo

  3. tillo 19 luglio 2011 alle ore 11:47  

    l'idea di garantire la presenza del sole non è male,complimenti avvocato

  4. president 19 luglio 2011 alle ore 22:38  

    La Gara Ciclistica Bormio è giunta alla 27esima edizione con 1500 partecipanti partiti alle 9.20. Circa una sessantina di skiroll sono partiti, invece, alle ore 8.30. La gara podistica è partita alle ore 8.50 con meno di quattrocento iscritti. Nonostante sia giunta alla settima edizione, il numero degli iscritti non'è poi cosi elevato proprio per le caratteristiche tecniche e selettive del percorso.Fin dai tempi del cronista Adriano Dezan sono sempre rimasto affascinato dalla descrizione del cronista, di quei luoghi testimoni dell'incantevole Stelvio. Poi ho sentito il nostro veterano Paolo Raffone per sapere se avrebbe partecipato e la risposta è stata positiva; così abbiamo gareggiato insieme. La parte più caratteristica è stata quella in cui si potevano vedere tutti gli atleti nel percorso "a spirale"dei tornanti. E' stata una bella giornata di sport trascorsa in ottima compagnia con gli amici Valbossini e i ciclisti.