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ULTRABERICUS 65Km

Pubblicato il 22.3.11

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By il Lupo
Parte proprio dal centro di Vicenza, nella bella P.zza dei  Signori, il primo ultratrail dell’anno: 65km e 2.500m di dislivello positivo. A rappresentare la Valbossa ci sono tre staffette, più Alberzek che la fa tutta da solo. È previsto fango dopo le piogge dei giorni precedenti, invece ne troviamo poco, la maggior difficoltà è data dalle discese con sassi sconnessi. Il dislivello non si percepisce perché le salite sono brevi e corribili, ma alla fine, a qualcuno, presenterà comunque il conto. Io, Alessio e Fabrizio Giani partiamo per primi, accompagnati rispettivamente da dolori tendinei, crampi e uno stiramento fino al 35 km dove i nostri soci ci danno il cambio partendo a tutta. La seconda parte è più scorrevole, ma la pioggia fa da compagna per gli ultimi chilometri. Tutti riescono ad ottenere buoni risultati, Gilda che pensava di imageessere superata da centinaia di trailer, viene raggiunta solo da due staffette e dal quinto classificato della 65 km, e taglia gasatissima come prima donna il traguardo: vinciamo come coppia mista! Purtroppo, pensando che ci mettesse molto di più, non sono lì ad aspettarla, ma all’ostello sotto la doccia. Qualche maligno dirà che ha tagliato!!! Dopo pochi minuti è il turno di Stefano, poi del Poggio e infine di Alberto che non riesce a risolvere i suoi vecchi acciacchi e conclude dolorante il percorso integrale. Con il buio arrivano anche le due Stefanie!

Complimenti a tutti!

 

By Alberzek
Il percorso di gara si sviluppa ad anello partendo ed arrivando in centro a Vicenza percorrendo i Monti Berici con un incessante susseguirsi di salite e discese su sterrati, tratturi e single track. Adatto sicuramente ad atleti veloci che sanno tenere delle buone medie, anche se per distanza e dislivello accumulato non sono certo le uniche doti necessarie.
Solitamente evito come la peste i trail troppo corribili ma questa volta ho voluto esserci e mi sono dato come obiettivo soddisfacente chiudere in 10 ore.
Si parte ed in un attimo la città è alle nostre spalle, la prima salitella e subito il prato, il bosco, il fango ci inghiottono con i loro profumi e rumori diversi da quelli cittadini. Mantengo una andatura abbastanza tranquilla, mi sembra di stare bene e chiacchierò per un po' con chi corre al mio fianco finché ci sgraniamo e rimaniamo con i nostri pensieri.
Al 22esimo chilometro sono già nei pasticci! Il mio vecchio dolore all'anca esplode improvviso e feroce, è una legnata per il morale tanto che in brevissimo tempo mi sento assalire da una crisi generale. Ho fame, sete, sonno, freddo e mi sembra impossibile poter andare avanti. Incomincio però a ragionare, so benissimo che se rallento e cammino il dolore tende a sparire in poco tempo e sono assolutamente convinto che con la preparazione che ho è impossibile avere una crisi metabolica così presto e tanto più avendo tenuto dei ritmi tranquilli. Penso ai discorsi del Trab a proposito dei problemi fantasma creati dalla mente per trovarsi degli alibi e mi sento sicuro che di questo si tratta.
Così cammino intanto mangio e bevo, probabilmente al momento non ne ho reale bisogno ma  un tot di calorie extra non mi fanno certo male ed incomincio una  battaglia fra corpo e mente che dura diversi chilometri.
Intorno al 31esimo km inizio a stare bene, ritrovo un ritmo accettabile che mi permette di recuperare diverse posizioni ed incomincio a divertirmi complice anche la morfologia del terreno che dopo la zona cambio twin team tende ad essere  più impegnativo e tecnico. Vado, la distanza si accumula e mi accorgo di avere finito l'acqua nel camel bag, chiedo lumi sulla distanza dal prossimo ristoro e mi rincuoro nel sentire che dovrebbe essere poca cosa. Ebbene quel ristoro io non lo ho proprio visto, c'era e ne ho avuto conferma in seguito, ma inspiegabilmente mi è sfuggito, così proseguo per chilometri fra i boschi da solo con una sete folle. Passa altro tempo e in una discesa su sterrato mi trattengo a fatica dal gettarmi per terra e bere da qualche pozzanghera, mi dico di non fare scemenze che potrebbero costare quanto meno un bel mal di pancia e mi accontento di leccare avidamente le gocce di pioggia che mi cadono sulla faccia. Morto di sete ad un passo dalla civiltà, rido di questa situazione e mi si stampa davanti agli occhi un fermo immagine destinato a durare ancora un po': io che bevo al ristoro! E quello è ora il mio unico obiettivo! Finalmente come un 'oasi nel deserto compare un agglomerato urbano e con esso l'agognato ristoro, branco la prima bottiglia che mi capita a tiro e bevo a garganella e poi ancora e ancora. Anche se ormai l'arrivo dovrebbe essere a circa 10 km e ho bevuto come un lavandino mi riempio il camel bag, voglio l'acqua, voglio sentirne la presenza, la voglio a portata di bocca, mai più senza mi dico. Così risorto per l'ennesima volta riprendo la mia andaturina regolare e riacchiappo qualcuno anch'esso alle prese con i propri problemi.
Mancano 5 km e gli effetti della mancata precedente idratazione si manifestano con violenti crampi alle cosce e ai quadricipiti, mi fermo, mi tiro, cerco di decontrarre i muscoli e mi dico che non saranno certo questi stupidi crampi a fermarmi, ne ora ne dopo!
Sono sull'ultima piccola asperità della giornata e colgo l'essenza di questa combattuta giornata, il panorama è bellissimo, la notte si sta stendendo sulla pianura e le montagne mentre il temporale si allontana e la città si accende di mille luci, io corro libero nel vento felice di aver vinto su me stesso.
Il traguardo, 8 ore e 29 minuti, la maglia finisher, la birra, la navetta per tornare all'ostello, tutto al volo perché devo tornare a breve in zona e vedere l'arrivo delle amiche che ho convinto a partecipare a questa corsa.
Eccole una dopo l'altra sbucare dalle tenebre e dalla pioggia. Il loro sorriso vale più di mille parole.

5 commenti
  1. Anonimo 22 marzo 2011 alle ore 19:31  

    Complimenti ai runner val bossa per gli ottimi risultati al trail ultrabericus . ciao alla prossima .claudio .

  2. tillo 22 marzo 2011 alle ore 21:38  

    lupo, la bottiglia della foto è già "prosciugata ?", siete sempre sul palco e con i premi tra le mani, occhio che troppa fama tanti....
    Alberzek sei un grande

  3. president 22 marzo 2011 alle ore 22:13  

    Complimenti ai nostri valbossini....
    Alberzek sei un super diesel continua così....

  4. ste 23 marzo 2011 alle ore 08:10  

    l'ultimo sorriso era il mio 11 ore e 15.....prima ultra...e sto ancora sorridendo adesso!!!
    bravissimi a tutti, ciaoo

  5. fiurash 24 marzo 2011 alle ore 20:14  

    Complimenti a tutti per l'impresa, Alberzek potrebbe essere il nuovo Bear del programma Wild... ci mancava solo che ti autoriprendevi col telefonino spiegando le proprietà presenti nell'acqua salata dal sudore del volto.
    Scherzi a parte siete grandi