4

by Alberzek

image 

image Il Tor Des Gèants è una gara dove è indispensabile presentarsi al via in perfetta forma e con un bel bagaglio di esperienze in competizioni simili.
Non era certo il mio caso, la stagione costellata da piccoli infortuni mi ha fatto perdere allenamenti e gare di preparazione, l'esperienza era ridotta ad un unico vero ultratrail, per la verità nemmeno troppo lungo, ed inoltre ho commesso errori di alimentazione pregara e sono partito con uno zaino assolutamente troppo pesante considerando che si poteva spedire parte del materiale alle basi vita tramite l'organizzazione.
Aggiungiamoci problemi respiratori presentatesi fin da subito, forse proprio per uno di quegli errori di alimentazione su cui ora devo fare luce, e la mia avventura è durata solo 49 km e 3750 d+. Davvero un battito di ciglia rispetto alla totalità della competizione.
Non vogliono essere delle scuse ma una attenta analisi dei fatti per meglio capire.
Fallire fa parte del gioco e trarne il giusto insegnamento è di fondamentale importanza per potersi migliorare.
L'unico rammarico è per non avere avuto la possibilità di godere a fondo di quei meravigliosi posti, nei pochi km fatti ho potuto ammirare ghiacciai imponenti, cime rocciose, prati e pascoli impreziositi da scintillanti laghetti alpini e pacifiche mucche al pascolo e così sarebbe stato per i restanti quasi 300km.
Voglio inoltre segnalare la perfezione della macchina organizzativa, dal pregara al suo proseguo nulla era lasciato al caso, 1200 volontari, percorso sempre segnato, ristori, elicottero, guide alpine, rifugi e bivacchi aperti per eventuali emergenze, trasporto sacche personali alle basi vita dove si poteva mangiare abbondantemente, riposare in un letto vero e farsi una doccia, cronometraggi e aggiornamenti costanti sul sito internet, rimpatrio dei ritirati a Courmayeur con navette a disposizione a qualsiasi ora del giorno e della notte.
Qualcuno aveva polemizzato per gli eccessivi stanziamenti dati dalla regione all'organizzazione ma se questi sono i risultati penso non si possa muovere alcuna critica.
Il motto della gara era "se puoi sognarlo, puoi farlo"; io l'ho sognato ma non sono riuscito a farlo... ma lavorando bene, capendo a fondo i miei errori posso sempre risognarlo e riprovarci!

link al sito della gara

4 commenti
  1. pilo 17 settembre 2010 alle ore 13:04  

    Grande anche nelle difficoltà il nostro Alberzek. Immagino la delusione di non riuscire in un’impresa che è anche un sogno, però come dici tu si può tornare a sognarla consapevoli dei problemi che si andranno ad affrontare. Sicuramente se non ci saranno acciacchi e ti potrai allenare come sai fare, l’IMPRESA è nelle tue gambe e nella tua mente.
    Mi hai colpito quando scrivi che 49Km e 3.750d+ sono un battito di ciglia.
    Io non li ho mai fatti in vita mia 49Km!!

    Il pilo

  2. tillo 17 settembre 2010 alle ore 13:39  

    ciao Alberto, parli di alimentazione di allenamento però io penso che per fare imprese di quel tipo bisogna essere "dei tipi strani e dei grandi uomimi"

  3. PRESIDENT 18 settembre 2010 alle ore 11:04  

    Caro Alberto,

    conoscendo le tue doti umane, il tuo spirito di sacrificio, la tua voglia di completare un percorso così impegnativo e rimediando gli errori di cui tu parli, sono sicuro che riuscirai a portare a termine con successo la gara che si svolge in un contesto paesaggistico incantevole.

  4. Il Poggio 18 settembre 2010 alle ore 14:24  

    Dai Alberzek, chissà mai che la prossima volta non trovi in questa gara un'altro valbossino a farti compagnia !!!!!! Su facebook c'è scritto: un'impresa, una follia, un sogno......irrealizzabile :-( Ma forse l'ultima parola non è corretta...