By Ale
La prima bisogna finirla...
E' la frase che mi sentivo ripetere più spesso e infatti si è ben rivelata dopo il 32°km quando i primi crampi hanno cominciato a far cenno.
Tra campioni italiani di maratona, sfide all'ultimo metro di cavalli impazziti, ultra trailer che fanno lunghi da 50km, chi primeggia nei cross e chi ha concluso decine e decine di maratone quest'anno ho voluto provarci anche io. E' il sogno di ogni tapascione, correre una maratona: la sfida delle sfide arrivando a toccare i propri limiti fisici e di "testa". Da fine novembre ho iniziato a pensare alla maratona di Roma e così ho passato l'inverno tra lunghi, neve, nebbia e freddo.
Già al ritiro del pettorale al Marathon Village mi sento parte di un grande evento: ben 15000 iscritti di cui la metà stranieri. La città invasa da tanti francesi, tedeschi, gli immancabili giapponesi e tante squadre che girano per le strade in divisa.
Domenica mattina colazione presto e via verso il Colosseo con gli amici di Torino: quattro chiacchere e consigli per un neofita come me (metti la vaselina qui, li hahah) e poi l'emozione della partenza. Per me era un vero e proprio battesimo con migliaia di persone, un fiume in piena con tanta allegria e musica. Il percorso si snoda tra i punti più belli di Roma, le piazze, le chiese, il lungo Tevere insomma è anche un piacere per gli occhi; tanta gente non fa mancare il tifo ad ogni angolo di strada con le bande che accompagnano a suon di musica gli atleti. Procedo abbastanza tranquillo fino ai 30K poi comincio a sentire i primi sentori di crampi ai polpacci; strano, non mi erano mai venuti nei lunghi. Comunque stringo i denti, accorcio il passo perchè voglio proprio finirla. Si rientra nel centro della città e trovo il tifo di Sara in piazza Navona: ci voleva! Poi la lunga via del Corso, Piazza del Popolo e tantissimi sanpietrini; ogni buca o sconnessione è un crampo che morde i polpacci. Mi passano i pace-maker delle 3h e 30 ma ormai non mi interessa più il tempo finale, voglio finire. La spettacolare Fontana di Trevi, la gremita piazza Venezia, il grande Circo Massimo e l'ultima salita al Colosseo.
Trotterello piano piano e vedo l'agognato traguardo: giusto l'ultimo metro, attraverso la linea e mi parte un crampo fortissimo alla gamba sinistra (come si dice.. chi la dura la vince, che c..o!). Zoppico un pò ma non importa: ho finito la mia maratona! La consegna della medaglia è una forte emozione, con un pò di commozione che mi assale. Mi guardo intorno e vedo tanta gente con il telo termico e il sorriso stampato in faccia; cerco qualche amico ma li troverò solo più tardi tutti contenti di aver terminato la propria impresa.
La sera un'imperdibile cena in trattoria ci unisce nuovamente nel racconto delle proprie sofferenze e gioie, tra brindisi e nuovi propositi per l'autunno.
Mi piace condividere i miei pensieri con voi che ne avete passate molte più di me e magari potete trovare nelle mie parole le vostre stesse emozioni della prima maratona.
Alle prossime corse!
Alessio
Tra campioni italiani di maratona, sfide all'ultimo metro di cavalli impazziti, ultra trailer che fanno lunghi da 50km, chi primeggia nei cross e chi ha concluso decine e decine di maratone quest'anno ho voluto provarci anche io. E' il sogno di ogni tapascione, correre una maratona: la sfida delle sfide arrivando a toccare i propri limiti fisici e di "testa". Da fine novembre ho iniziato a pensare alla maratona di Roma e così ho passato l'inverno tra lunghi, neve, nebbia e freddo.
Già al ritiro del pettorale al Marathon Village mi sento parte di un grande evento: ben 15000 iscritti di cui la metà stranieri. La città invasa da tanti francesi, tedeschi, gli immancabili giapponesi e tante squadre che girano per le strade in divisa.
Domenica mattina colazione presto e via verso il Colosseo con gli amici di Torino: quattro chiacchere e consigli per un neofita come me (metti la vaselina qui, li hahah) e poi l'emozione della partenza. Per me era un vero e proprio battesimo con migliaia di persone, un fiume in piena con tanta allegria e musica. Il percorso si snoda tra i punti più belli di Roma, le piazze, le chiese, il lungo Tevere insomma è anche un piacere per gli occhi; tanta gente non fa mancare il tifo ad ogni angolo di strada con le bande che accompagnano a suon di musica gli atleti. Procedo abbastanza tranquillo fino ai 30K poi comincio a sentire i primi sentori di crampi ai polpacci; strano, non mi erano mai venuti nei lunghi. Comunque stringo i denti, accorcio il passo perchè voglio proprio finirla. Si rientra nel centro della città e trovo il tifo di Sara in piazza Navona: ci voleva! Poi la lunga via del Corso, Piazza del Popolo e tantissimi sanpietrini; ogni buca o sconnessione è un crampo che morde i polpacci. Mi passano i pace-maker delle 3h e 30 ma ormai non mi interessa più il tempo finale, voglio finire. La spettacolare Fontana di Trevi, la gremita piazza Venezia, il grande Circo Massimo e l'ultima salita al Colosseo.
Trotterello piano piano e vedo l'agognato traguardo: giusto l'ultimo metro, attraverso la linea e mi parte un crampo fortissimo alla gamba sinistra (come si dice.. chi la dura la vince, che c..o!). Zoppico un pò ma non importa: ho finito la mia maratona! La consegna della medaglia è una forte emozione, con un pò di commozione che mi assale. Mi guardo intorno e vedo tanta gente con il telo termico e il sorriso stampato in faccia; cerco qualche amico ma li troverò solo più tardi tutti contenti di aver terminato la propria impresa.
La sera un'imperdibile cena in trattoria ci unisce nuovamente nel racconto delle proprie sofferenze e gioie, tra brindisi e nuovi propositi per l'autunno.
Mi piace condividere i miei pensieri con voi che ne avete passate molte più di me e magari potete trovare nelle mie parole le vostre stesse emozioni della prima maratona.
Alle prossime corse!
Alessio