Della corsa, la maratona costituisce la parte più nobile e sofferta. La maratona è una corsa durissima, che può essere disputata solo da atleti provetti e specialmente allenati, per un periodo di almeno tre mesi, per poter mettere l'organismo in condizioni di sopportare nelle migliori condizioni la durissima competizione.
Abebe Bikila entrò nella leggenda dell'atletica leggera, vincendo la maratona di Roma del 1960. Era la prima volta che un africano vinceva un oro olimpico. L'immagine del campione scalzo fece il giro del mondo e la stampa dell'epoca s'inventò che Bikila aveva corso la maratona senza scarpe perché la federazione etiope non poteva permettersi la spesa. In realtà Bikila aveva ricevuto le scarpe solo il giorno prima e, come tutti noi sappiamo bene, correre 42 km con scarpe nuove è da suicidio, ecco perché aveva deciso di correre scalzo. Dopo Roma Bikila scomparve dalla scena mondiale ma, nel 1964, lo ritroviamo alle olimpiadi di Tokyo. Il risultato fu strepitoso, vinse con 4' e 8'' di vantaggio sul secondo arrivato. Bikila si è spento nel 1973 ma la scia di questo straordinario personaggio ha dato il via al dominio incontrastato degli africani sulle lunghe distanze"…
...Un po' di storia per incoraggiare e sostenere tutti gli atleti che, domenica 22 marzo 2009, parteciperanno alla XV edizione della maratona di Roma, la più frequentata delle maratone in Italia, complice l' incantevole ed antica bellezza e la dolcezza del clima, senza nulla togliere all'ospitalità dei romani.
In bocca al lupo!!!!!!
A.De Mieri
va bene ricordare Bikila però voglio ricordarvi che tra i nostri tesserati vi è una persona (o forse più di una)che con la maratona di Roma ha molto a che fare.
ps. ragazzi oggi è San Archippo non ditemi che un articolo gli si può negare
Altra versione.
dom
Abbebè Bichilà (o Abebe Bikila, in etiopico Abbäbá Biqilá; Mout, 7 agosto 1932 – Addis Abeba, 25 ottobre 1973) è stato un atleta etiope, due volte campione olimpico nella maratona.
Agente di polizia e guardia del corpo personale dell'imperatore Haile Selassie, Abbebè Bichilà (è invalso ormai l'uso di seguire la norma etiope nominando prima il cognome - Abbebe - e poi il nome - Bichilà-), nato a Mout in Etiopia, divenne un eroe nazionale dopo aver vinto la medaglia d'oro nella XVII Olimpiade. Ai Giochi di Roma nel 1960, Bichila corse e vinse l'intera distanza della maratona senza scarpe.Al contrario di come molti pensano l 'Etiope è partito normalmente con le scarpe, ma avendo l'intenzione di vincere a tutti costi quando perse una scarpa invece di fermarsi si tolse l' altra e continuò a correre. Su Bikila è stato edito un libro a firma di Valerio Piccioni e Giorgio Lo Giudice Il sogno a Roma dove si narra la vicenda sportiva ed umana del più grande interprete di questa specialità. Bikila, oltre ad essere un grande atleta, divenne il simbolo dell'Africa che si liberava dal colonialismo europeo, la prima medaglia d'Oro del continente africano alle Olimpiadi. Quattro anni dopo Bikila si presentò in condizioni di forma peggiori alle Olimpiadi di Tokyo 1964. Era stato operato di appendicite sei settimane prima della gara e perse tempo da dedicare agli allenamenti. In questa occasione gareggiò con le scarpe, e vinse nuovamente. Bikila divenne il primo campione olimpico a bissare la vittoria nella maratona, stabilendo anche il miglior tempo mondiale sulla distanza.
Ai Giochi Olimpici estivi del 1968, tenutisi a Città del Messico, Bikila subì le conseguenze dell'altitudine, degli infortuni e dell'età. Fu costretto a ritirarsi dalla gara prima della fine.
Nel 1969, Bikila stava guidando nei pressi di Addis Abeba quando ebbe un incidente. Rimase paralizzato dal torace in giù. Non si riprese mai dall'incidente e morì, alla giovane età di 41 anni, per un'emorragia cerebrale. Lo stadio nazionale di Addis Abeba gli è stato dedicato in suo onore.
Nel film di John Schlesinger Il maratoneta (The Marathon Man), in diverse scene Dustin Hoffman osserva il video di Bikila che corre e taglia il traguardo dello stadio olimpico, mentre sue foto sono appese alla parete.
A testimonianza del grande significato simbolico delle imprese di Abebe Bikila, sulla sua lapide nel cimitero di Addis Abeba, dove è sepolto, le incisioni sono in tre lingue, amarico, italiano e giapponese.