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Sabato, giorno precedente la gara, ero stranamente agitato. Non godevo di quella serenità che normalmente ho prima della partenza. Solo successivamente ho pensato ai cani che pare sentano in anticipo l’arrivo del terremoto. Forse la mia agitazione interiore era una sensazione inconscia di quello che è poi successo domenica. Verso le 7,30 ci siamo ritrovati, lo Yieti, il Tillo, il Peruzzotti ed io, nel cortile dell’ostello in cui abbiamo passato la notte, a scrutare il cielo. La vetta dello Chaberton è avvolta da brutte nubi nere che non promettono nulla di buono. Un abitante dice: “tranquilli, se arriva da quella parte farà al massimo quattro gocce” Quindi corro a prendere l’antivento da attaccare al marsupio visto che di solito questi detti sono completamente sbagliati!! Alle 8 assistiamo ai primi metri di gara dei partecipanti alla gara lunga, la skymarathon di Forti, 42 km e D+ 3100m. Tra di loro il nostro Lupo Marco Zarantonello. E’ cauto, vuole fare la prima parte di gara tranquillo per attaccare nella seconda parte come da sua abitudine. Noi quattro più Gilda partiamo invece alle 9 per la K22, gara di km 20,5 e D+ 1900m. La partenza è per entrambe le competizioni da Cesana Torinese. La corta terminerà a Claviere mentre la lunga prosegue poi per Monginevro. Nel briefing prima della partenza ci comunicano che in vetta nevica e quindi nessuna delle due gare arriverà ai 3130 metri ma al valico del colle a 2700m si scenderà direttamente. Pronti, via e dopo 500 metri inizia a piovere. Si scende per la valle costeggiando il fiume fino a Fenils, svolta a sinistra e si inizia a salire. So che ora ci sono 1500m di dislivello in salita. La pioggia aumenta, ora è fitta e battente. Al sesto km vedo in lontananza una figura inconfondibile; Marco Olmo sta scendendo, ritirato, lo saluto e scambio simpaticamente il cinque. Poi mi preoccupo, perché torna indietro? Continua la salita e aumentano i concorrenti che si ritirano e tornano alla partenza. Sono completamente bagnato ed ora inizia il vento. A quota 1900m finiscono gli alberi e, dopo una curva, come a comando tutti indossiamo gli antivento. O meglio, chi se l’è portato dietro!! Si perché sono in molti ad essere saliti in canottiera e calzoncini e basta. A 2400m il vento aumenta, scende acqua mista a neve, il freddo mi blocca le mani, sento i crampi anche alle mandibole per quanto tengo i denti serrati. Ho freddo anche alla testa e le gambe sono di un bel viola intenso. Molti si arrendono e tornano indietro ma in realtà ormai siamo più vicini all’arrivo che alla partenza. Con molta fatica arrivo alla sommità del colle e provo a buttarmi in discesa per cercare di perdere quota il prima possibile. Devo stare attento ai movimenti bruschi in quanto mi provocano crampi dovuti al freddo che sembrano scosse elettriche. Sotto i 2000m la temperatura migliora ma la pioggia non diminuisce. In lontananza si vede il paese, manca poco. Aumento la velocità e sorpasso molti concorrenti. Arrivo a Claviere, all’arrivo non c’è nessuno, solo due addetti al servizio insieme ai vigili. Indicano il rifugio dove cambiarsi e fare la doccia. Apprendo che a Claviere è terminata anche la gara lunga in quanto troppo pericoloso farla proseguire in quelle condizioni. Arrivano anche gli altri compagni di avventura, non si è ritirato nessun valbossino, tutti attrezzati con antivento. Appena diminuisce il vento gli elicotteri partono per recuperare concorrenti in ipotermia. Gilda racconta di aver avuto veramente paura in quanto, a causa della forte pioggia, molti sassi rotolavano giù per il pendio ed ha assistito a scene di disperazione dovuta e crisi di panico per il freddo. Dopo esserci tutti cambiati e riscaldati veniamo raggiunti dal Lupo rientrato da Monginevro. Ha dovuto salire lo stesso al paesello francese per recuperare la sua sacca dei vestiti in quanto depositata all’arrivo teorico della gara lunga. Mangiando ci scambiamo le impressioni sull’accaduto e siamo concordi sul fatto che l’organizzazione ha fatto scelta giusta. E’ evidente che molti concorrenti hanno preso alla leggera le condizioni ed hanno sfidato la montagna. Ma penso sia chiaro a tutti che in montagna non si scherza e bisogna stare sempre all’erta. Sentiamo telefonicamente Silvano Crosta che insieme ad Alberto Zecchi è andato al trail del Moncenisio quindi molto vicino a noi anche se già in territorio francese. Anche per loro gara sospesa al km 27 dei 66 previsti. Freddo, pioggia e fulmini hanno convinto gli organizzatori a evitare di correre rischi. Il nostro Lupo è comunque giunto 15°, una buona posizione destinata a migliorare sicuramente se la gara fosse continuata visto che ha ammesso di sentirsi pienamente in forma. Certamente questo Chaberton lo ricorderemo per un bel pezzo, è scolpito nella nostra testa come un’avventura indimenticabile che ci ha insegnato molto. Buona corsa a tutti.

Il Poggio

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