0

MONCLASSIC 2010: pensieri notturni

Pubblicato il 14.5.10

Speravamo nella fine della pioggia o perlomeno che non piovesse troppo, ma meteorologicamente parlando peggio di così non poteva proprio andare. Delusione, rabbia, tanto impegno, tanto lavoro vanificato da questa primadonna della pioggia che da settimane calca le scene, e che proprio questa sera decide di dare il “meglio” di sé. Circa 200 persone sotto il tendone: perplessità, in tanti cominciano a chiedersi “ma che ci faccio qui?”. Cielo nero, pioggia a catinelle, qualche chicco di grandine e poi un lampo, un boato e del fumo, un fulmine scarica sul palo della cuccagna: rimaniamo pietrificati.
image
Che fare? Sospendere tutto? Cambiare un percorso che dopo bonifiche, canali di scolo, taglia e cuci a un giro di perlustrazione, effettuato sotto i raggi di quell’inganno di sole pomeridiano, sembrava quasi perfetto? E come cambiarlo? Ritardare la partenza aspettando che spiova (non potrà continuare così ancora per molto, là all’orizzonte si intravede un po’ di luce)?
La soluzione arriva dai bambini.
A un tratto non si vedono più, ovvio, saranno tornati tutti a casa, in fondo sono già stati coraggiosi a venire fin qui. Dopo poco si scopre che i bambini non sono andati a casa, anzi sono già quasi tutti sulla linea di partenza e si chiedono perché non li facciamo partire, “a stare fermi sotto la pioggia ci si bagna” dicono. E incredibile ma vero i genitori li sostengono, vogliono che i loro figli facciano questa gara, e allora diteglielo voi che non li facciamo correre. E io che fino a due minuti fa me ne stavo inebetita sotto il tendone comincio a correre avanti e indietro sotto l’acqua per organizzare questa partenza e riscopro quello che come podista so benissimo, ovvero che l’acqua bagna ma non morde e che quando corri non ti accorgi nemmeno che piove: lo sanno anche i bambini!
Parte la miniMONcalssic.
Dopo pochi minuti eccoli arrivare: il primo, il secondo, il terzo e via via uno dopo l’altro tutti i 47 bambini (47! si 47 bambini sotto il diluvio!) che, con i loro cartellini gialli e rossi al collo, concludono il loro chilometro. E tutto cambia sapore, la delusione diventa gioia e commozione. Vedere questi frugoletti tagliare stremati ma soddisfatti il traguardo e poi applaudire i loro amici alla premiazione ripaga e come. E chi se ne frega più dei numeri, dei piedi bagnati, del fango. I bambini ci danno la loro lezione, ci ricordano che anche se l’acqua bagna è bello fare sciaf, sciaf nelle pozzanghere! E gli adulti seguono la lezione dei bambini e corrono la gara più anfibia della loro carriera podistica… alcuni ci rimprovereranno un percorso troppo pericoloso, altri si divertiranno come bambini a correre nell’acqua e a saltare le pozzanghere… l’amico Giuseppe mi dice che questa volta il pettorale non me lo restituisce, se lo vuole tenere come ricordo di questa bellissima serata!
Grazie a tutti per esserci stati.
Gilda
Classifiche  -  Foto - slideshow by Sergio
Link al sito Capasso per foto e commenti.