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In qualità di ex Valbossino mi permetto di entrare nel dibattito su MareMontana 2013.Dopo aver letto lo scritto di Alberto Zecchi, mi sono sentito chiamato in causa direttamente.Leggendolo, ho sentito la rabbia crescere riga dopo riga, e per questo scrivo solo ora, in modo da dare la mia opinione nel modo più pacato e attinente ai fatti possibile, riducendo al minimo le interpretazioni date a caldo sulla spinta dell'emotività.

Entro nel vivo della questione:
Ho fatto la mia gara in abbigliamento ridotto ai minimi termini, scarpe leggere, calze compressive sotto al ginocchio, “braghette” a doppio strato ma rigorosamente sopra al ginocchio, canottiera e maglia tecnica ma non termica a mezze maniche, manicotti, fascia minimalista in testa, guscio. Nient'altro. Nemmeno i guanti.
Mi sono permesso di partire così leggero perché credo che l'abbigliamento sia si importante, ma non così fondamentale.

Do molta più importanza ad altri fattori, e qui non lascio nulla al caso: ho una precisione “tedesca” che sfiora la maniacalità:i miei allenamenti invernali li ho svolti quasi sempre di notte, fuoristrada, spessissimo nella neve, con qualsiasi condizione atmosferica.Ho una solida cultura alimentare, nelle settimane a ridosso della gara non sgarro di una briciola.La cena e colazione pre gara me la sono scaldata in palestra, sul fornelletto, tra tutti i presenti a fare così ho notato solo una ragazza. Riduco al minimo il rischio di problemi digestivi.Faccio assiduamente yoga, che mi da tantissimi benefici che non sto ad elencare, cito solo la capacità di ascoltare ed interpretare i mille segnali del corpo e la possibilità di dominare al meglio le proprie emozioni, comprese le più insidiose, come la paura.Cerco di mettermi nella migliore condizione per riposare al meglio, ho una branda sontuosa, non ho tralasciato nemmeno la tisana rilassante prima di dormire. La prima cosa che ho messo in borsa sono stati i tappi per le orecchie, dimenticati in occasione del Trail d'Oulx, che mi avevano fatto passare una notte totalmente insonne. Al di là del fatto che una donna per questioni fisiologiche tolleri meno le temperature rigide, so bene che un corpo (e forse ancor di più una mente!) ben allenato, nutrito e riposato può affrontare prove molto dure con un tasso di rischio accettabile. Anche in abbigliamento ridotto e quasi “piratesco”.

Tutto questo e molto, molto altro che per questioni di spazio tralascio, lo chiamo SICUREZZA.
Confinare il tutto, o quasi, a una questione di “braghette” mi pare per lo meno riduttivo.

E se è vero che la prova della torta sta nel mangiarla, posso dire, a costo di apparire narcisista, che sono tra i pochi che ha finito MareMontana 47k, provato certo, ma per niente distrutto, tanto da aver corso l'ultimo km e mezzo in volata (riuscita) sotto i 4'30”. E al netto della sosta di quasi un'ora al 20°km, pure con un buon tempo.
L'unico problema davvero serio è stata la mancanza di guanti.

Apprendo di aver rischiato anche dei “calci in culo” (terminologia non mia).
Vorrà dire che starò più attento nelle mie scorribande montane.

Per quanto riguarda la specifica questione ritengo che possa bastare, anche se la voglia di essere molto più sferzante nei confronti di chi si è ritirato perché “ne aveva viste troppe” (motivazione davvero originale per un ritiro) ma non rinuncia nemmeno davanti a una tragedia a salire su un piedistallo per sentenziare che i buoni devono stare di qua e i cattivi di là, è davvero tanta.
Ma, in fondo, sarebbe fin troppo facile, non ne vale davvero la pena.

Qualche altra considerazione sparsa:
La gara andava senza dubbio sospesa, non sarebbe stato esagerato non farla neppure partire.Arriccio il naso quando leggo diciture tipo “la manifestazione avrà luogo con qualsiasi condizione atmosferica”senza altre specifiche che prevedano percorsi ridotti o simili possibilità.Sotto un temporale estivo con trombe d'aria non va corsa neppure una strapaesana di 5 km, altro che ultra trail!

Andava sospesa, basti vedere l'incredibile numero di ritiri.

Al 20°km circa, quindi ben prima di metà gara, la situazione era già drammatica, ho visto decine di persone in stato critico.Non era neppure un rischio possibile o probabile, ma già un DATO DI FATTO.Quando ho optato per ripartire sono stato richiamato da un addetto dell'organizzazione che si agitava in modo isterico, ma non era in grado di dirmi se la gara andava avanti o meno.Sono stato lì ancora mezz'ora ma chi aveva il dovere di decidere non decideva.Ero furioso, e sono ripartito pienamente consapevole di dover contare esclusivamente su me stesso, la sicurezza qui non esiste e si è in mano a dei folli.Tanto più che la situazione sarebbe anche peggiorata, ci sarebbe stata la neve, e sulla cresta del Monte Acuto, dove ho visto il povero Paolo nei suoi ultimi minuti terreni, inutilmente soccorso con un telo di sopravvivenza, tiravano raffiche che letteralmente ti spostavano di peso.

Questo l'organizzatore lo doveva sapere, lì c'erano dei volontari che dovevano avvisare, e non è stato un evento improvviso:ho avuto modo di scambiare impressioni con Vallosio (il vincitore, nda), quando è transitato lui, dunque molto prima, la situazione era la stessa che ho incontrato io. Ma nessuno fermava la gara.Decine di donne e uomini in ipotermia, ma va bene così, correte, correte, così siete più estremi!

Ma di estremo c'era solo la superficialità criminale dei “responsabili”.

No, Gilda, se qualcuno passerà qualche notte insonne per il rimorso, la cosa non mi turba affatto. Ma ne dubito, notando che le dichiarazioni dell'organizzatore, a parte le ipocrite frasi di circostanza, sono state del tipo “abbiamo fatto il possibile”, il che è palesemente falso. Non è stato fatto neppure il minimo indispensabile. Mai una volta che qualcuno dica “ho sbagliato, chiedo perdono”.

Tutto questo è nauseante.

Rileggendomi mi accorgo che non sono stato così freddo e calmo come avrei voluto.Ma sono un Uomo e non una macchina, e in fondo è meglio così.

Chiudo con un pensiero positivo: le parole di Claudio Pilotti e della sua figliola sono semplici, umili, sincere, spontanee, umanissime.

E sanno di luce e amorevolezza.

Grazie.

Cordialmente

Andrea Sommariva

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PASQUA

Pubblicato il 27.3.13

La società Runners Valbossa augura a tutti gli atleti e alle rispettive famiglie una serena Santa Pasqua. Proprio per tale occasione Venerdì 29 Marzo la società offrirà la colomba a tutti coloro che si troveranno presso la nostra sede in via Vittorio Veneto ad Azzate.
Saluti a tutti
A.De Mieri

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APPUNTAMENTI FUTURI

Pubblicato il 27.3.13

image Cari Amici Runners,
Varese sta diventando il centro del mondo del running e della solidarietà!
Grazie all'accoglienza del nostro territorio, abbiamo ospiti grandi Campioni e con orgoglio vi invitiamo a conoscerli da vicino!

Venerdì 29 marzo alle 18,30 all'Area Tigros di Buguggiate, tempo permettendo, ci ritroviamo per una sgambata (30/45 minuti) in compagnia di Geoffrey Ngugi (atlteta kenyano, 4° domenica alla Stramilano - in Italia grazie a www.run2gether.com) ed i ragazzi amputati Tolosa Gofa (Etiopia), Habtamu Assefa (Etiopia) e Nasi Juma Hamisi (Tanzania), tutti e 3 in Italia grazie al progetto "Run for Africa, Run with Africa" di Medici con l'Africa CUAMM Varese;

Venerdì 5 aprile alle 18,00 alla sede Whirlpool di Comerio (vedi allegato), incontriamo i protagonisti che 15 anni fa ci hanno fatto sognare ai Campionati Europei di Maratona e che domenica 7 aprile correranno la staffetta della Milano City Marathon a scopo benefico per Medici con l'Africa CUAMM Varese. Goffi, Modica e Ruggiero hanno già confermato .. siamo in attesa di Baldini!

Nel frattempo ..
1. se volete vedere qualche bella foto degli allenamenti dei Campioni:
cliccate qui

2. se domenica 7 aprile voleste unirvi a noi, la Milano City Marathon a staffetta ci attende!!! Abbiamo gli ultimi pettorali al prezzo bloccato di 120€ a staffetta.

Grazie di sostenere il nostro progetto! Un piccolo contributo da parte di tutti e potremo continuare a portare grandi Campioni a correre sulle strade di casa nostra!

Rete del dono

Vi aspetto!

Buone corse!

Marco

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TROFEO QUALITA’

Pubblicato il 27.3.13

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FERRARA MARATHON

Pubblicato il 27.3.13

imageInnanzi tutto un fortissimo abbraccio alla famiglia del povero Paolo Ponzo.
Dopo aver saputo, letto il racconto del Pilo, e averci parlato, mi sembra surreale raccontare di un'altra corsa, un'altra gara, un'altra storia, ma forse è un modo per voltare pagina.
La trasferta a Ferrara, era programmata da tempo, insieme al Nik Colaiacovo e rispettive famiglie.
Dovevamo fare entrambi la maratona, ma dopo un mese e una settimana di influenza dura, debilitato e senza allenamento, mi son detto "andiamo, poi decido li cosa fare, in base a come mi sento".
Il Nik, neanche a dirlo, per meno della maratona non si muove....
Alla fine, alle 19 di sabato sera, decido di iscrivermi alla mezza maratona, considerandola un allenamento lungo lento.
Domenica mattina, partiamo insieme, nel centro di Ferrara, che è veramente carina, e offre molto, in particolare ai maratoneti "enogastronomici"...
Purtroppo anche li il tempo è pessimo, alla partenza, che per fortuna avviene proprio fuori dal nostro hotel, siamo accolti da circa 3000 persone, che non sembrano per nulla intimorite da freddo, pioggia e vento forte; io spero di non fare una cavolata, un'altra ricaduta influenzale sarebbe deleteria per me...quindi cappello, guanti, maglia termica, antipioggia/vento...il Nik, stoico, indossa solo il completino Valbossa (ma come fa?!!), non lo ammetterà mai ma secondo me ha freddo anche lui...
Il percorso scorre via, umido, piatto e veloce come piace a me (ma oggi faccio proprio fatica..).
Dopo una partenza nel centro cittadino, si esce verso il canale che circonda la città, tra zone residenziali e strade di campagna, in alcuni tratti il vento ci spinge dolcemente, in altri ci soffia violentemente addosso.
Mentre ai bordi della strada sullo sterrato ci sono i fiumi, il fondo stradale è ottimo, proprio asfalto "da spinta".
Al sedicesimo km ci salutiamo, i maratoneti proseguono fuori dalla città verso il Po, mentre noi della mezza, dopo aver circumnavigato la parte bassa della città, facciamo rientro verso il centro.
Nel frattempo ha smesso di piovere, ora va decisamente meglio..
Oramai ci siamo, ecco l'arrivo, nella suggestiva piazza del castello, chiuderò in poco meno di 1h50', facendo comunque molta più fatica di quanto avessi preventivato, poi immediatamente a fare una doccia calda, è fondamentale che non rimanga a lungo con i capi bagnati addosso.
Il Nik chiuderà la sua maratona in 3h46 circa, provato dai crampi, dal vento e dal freddo preso sul Po. Per rimettersi in sesto ha avuto bisogno dei massaggiatori messi a disposizione dall'organizzazione, (oltre mezz'ora di trattamento).
La gara è organizzata bene.
Certo, a essere proprio pignoli, ai ristori c'è solo acqua, i km sono segnati "random", la partenza e l'arrivo sono gestiti quasi modello IVV, il chip è inserito nel pettorale e da un po' fastidio, (ma oggi queste mi sembrano cose veramente ridicole!), però per il resto è veramente tutto ok, dal ricco pacco gara, alla possibilità di iscriversi fino al giorno prima, pasta party, hotel convenzionati, presenza di varie tipologia di gara, dalla maratona alla stracittadina di 7km che ha fatto Lizia, una mini gara di 700 mt dedicata ai bambini, insomma, per tutti i gusti, consigliatissima, magari anche per una gita sociale, possibilmente...con un altro meteo però.
Buone corse a tutti

Gabriele

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Il racconto di Pilo evidenzia un errore di pensiero purtroppo comune a molti. C'è una gara, pago, ho organizzazione, ristori, assistenza, soccorso e quant'altro di cui ho bisogno. Questo teoricamente potrebbe essere vero altrimenti non avrebbe senso organizzare e partecipare pagando ad una manifestazione agonistica ma fare trail significa molto spesso correre in quello che il soccorso alpino definisce ambiente ostile. Ciò vuol dire tempi di percorrenza dilatati sia per gli atleti sia per chi deve eventualmente prestare soccorso. E' impensabile ritirarsi ed avere subito a disposizione una via di fuga, essere rimpatriati immediatamente all'arrivo, stare male o infortunarsi ed avere soccorso immediato, avere ristori caldi, asciutti e ricchi di leccornie. Proprio perché si è spesso in luoghi non facilmente raggiungibili o serviti da strade comode. Se poi le condizioni meteo sono avverse tutto si complica in maniera esponenziale per corridori, organizzatori e soccorritori. Il corridore dovrebbe avere l'obbligo e la capacità di valutare bene cosa sta per affrontare o quanto meno cercare di immaginarselo. Preparazione, esperienza ed equipaggiamento adeguato dovrebbero essere la base indispensabile per affrontare l'evento nel migliore dei modi contando il meno possibile sull'organizzazione. Non sono gare su strada, questo è tutto un altro mondo, qui devi avere reali capacità di autosufficienza, devi essere pronto ad affrontare km e km in solitudine in posti isolati, saper gestire fatica, crisi, fame, sete, tecnicità del percorso e inclemenza meteorologica. In partenza ho visto gente in braghe di tela con al seguito ridicoli marsupi dove forse c'era un misero antivento e mi sono domandato se erano consapevoli di dove stavano andando. Ora so che non lo erano. Io non ho avuto problemi, non ho patito freddo, ho mangiato e bevuto in continuazione ciò che avevo con me e ho usufruito di tutto quello che i più che sufficienti ristori mi offrivano. Mantenere il giusto apporto idro calorico con il clima trovato era fondamentale ancor più che con il caldo. Mi stavo anche divertendo finche non sono incappato in corridori in evidente stato di ipotermia. Guarda caso vestiti o per meglio dire svestiti in modo scriteriato. Ovviamente scatta la solidarietà, cosa posso fare per aiutarti, resisti, scendo più velocemente possibile per allertare i soccorsi, ma in cuor mio avevo una gran voglia di riscaldarli a calci nel culo per la leggerezza scellerata con cui hanno deciso di inerpicarsi sui monti con quel tempaccio senza vestiario termico adeguato. Al 25 km avvertito chi di dovere su quanto stava accadendo più in alto e nonostante stavo benone e senza accusare freddo ho deciso che ne avevo viste abbastanza. Le navette per il trasporto all'arrivo erano li comode comode e ne ho approfittato.

Senza dubbio l'organizzazione ha la sua parte di responsabilità. La gara lunga non doveva avere luogo, era evidente che con 40 cm di neve nella parte alta le andature sarebbero state lente con conseguente prolungamento all'esposizione di intemperie e freddo. Non è stato fatto nessun controllo di materiale obbligatorio, è stata fatta partire gente svestita ed è stata mal gestita la possibilità di sospendere la gara o deviare tutti sul percorso corto.

A molti la lezione è servita, altri hanno avuto conferma delle proprie capacità, uno ha pagato un prezzo troppo alto.

Alberzek

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imageStramilano bagnata... stramilano incasinata.

Indubbiamente la pioggia incessante ed il freddo di domenica mattina hanno scombussolato non poco i piani degli organizzatori e dei partecipanti alla 42° Stramilano.

Il parco retrostante al Castello (abitualmente adibito a spogliatoio e pista di riscaldamento) tramutato in un pantano, tanti bambini in tenuta da corsa bagnati come pulcini e pochissimi curiosi e sostenitori in giro a rendere la situazione piuttosto irreale. Che peccato.

L'esercito dei runners non si è fatto scoraggiare ed alla partenza quest'anno abbiamo fatto registrare il record di iscritti di sempre: 6000 partecipanti. Da non credere col tempo che c'era.

La partenza ha avuto luogo dopo un doveroso e toccante minuto di silenzio dedicato allo scomparso Pietro Mennea. Il suono struggente e triste della tromba che lo ha suonato sarà difficile da dimenticare.

Il maggior numero degli iscritti, la strada stretta e le enormi pozze che si sono formate a terra (ed il mancato rispetto da parte di molti dell' ordine di ingresso nelle griglie di partenza, aggiungo io) hanno rallentato non poco la partenza venendo a creare pericolosi stop e ripartenze lungo i primi 2\3 km del tracciato. Il resto della gara si è svolto senza eccessivi sussulti, a parte il freddo che km dopo km iniziava a farsi sentire nelle ossa e che ci ha portati stremati al traguardo.

Forse questa è una delle occasioni in cui penso che chi assiste ai lati della strada al caldo e al riparo dal suo ombrello possa provare un misto di ammirazione e allo stesso tempo pena nei nostri confronti... Sicuramente non saremo stati un bello spettacolo da vedere, sporchi, stremati e fradici come eravamo: ma sono sicuro che tutti i partecipanti siano stati a maggior ragione orgogliosi e fieri di correre lungo quella strada bagnata.

Dopo aver finalmente indossato abiti asciutti, il calduccio della macchina che ci ha accolti e accompagnati fino a casa è stata una autentica liberazione e gratificazione.

Speriamo davvero che il prossimo anno il tempo sia più clemente perché una bella manifestazione come questa merita davvero tutt'altro scenario.

Lorenzo

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MareMontana

Pubblicato il 25.3.13

 
Questa foto è il ricordo che voglio serbare di questa tragedia.
 
SONO SALITO ALL’INFERNO E NE SONO DISCESO
 
La giornata comincia con i soliti convenevoli di tutti i pre gara, il tempo è brutto ed allora si indossano i Kway, i pantacollant, bandana, cappellino e guanti.
Partiamo ed i primi Km passano in allegria, siamo Ornella, Massimo ed io
Si comincia a salire e ci stupiamo di essere al 13° Km in un’ora e 20m; fa già un freddo cane e le mani sono intorpidite però nessuno ci avvisa di cosa, di li a poco, avremmo scoperto a nostre spese.
Saliamo ma più che una corsa diventa il nostro ed il mio calvario, fango neve gelo intenso mi dicono che è il caso di ritirami, i compagni di “tragedia” mi spronano a non mollare ma io ormai ho deciso, al 20° all'Abbazia Benedettina di S.Pietro ai Monti (km. 20,0 circa) mi ritiro, ho letto sul sito che <<ad ogni colle o punto in altitudine ed ad ogni ristoro, è stabilito un posto di chiamata di soccorso>> ed ancora <<questi posti sono collegati con la direzione di gara. Saranno presenti sul territorio ambulanze, protezione civile e medici>>, sono quindi speranzoso. Sto morendo assiderato ma conto di farcela. Scopro, purtroppo a mie spese, che così non è; all’Abbazia non c’è modo di ritirarsi. Siamo forse in 40 all’interno della chiesuola semi abbandonata, ci danno del the ma non serve, ormai il mio corpo non risponde più alla mia volontà, vedo gente distrutta, soprattutto le ragazze, una non riesce nemmeno a bere dai forti tremori che scuotono il suo esile corpo, io che peso 86Km vibro come un trattore.
Ornella non mi vuole abbandonare (grazie) mi sprona a rimettermi in marcia, non c’è altro da fare. Fango ed ancora fango, cado decine di volte, le mente è confusa, non vedo quasi più dall’occhio destro e penso ancora una volta al peggio; se non vado oggi in Paradiso, mi sa che perdo la vista. I pensieri più oscuri iniziano a farsi largo nella mia mente, piango pensando alle mie bambine, a Sonia alla mia Mamma, anche ai miei amici ormai all’arrivo, infreddoliti ma impossibilitati a prendere i loro vestiti perché le chiavi della macchina le ho io, si piango anche per loro ormai in salvo.
Il fango lascia il posto ad una scoscesa discesa di diecimila gradini di pietra naturale, ormai scendo per la sola forza di gravità, vedo con un solo occhio ed ogni appoggio del piede è come vincere alla lotteria. Ornella guida con una forza incredibile il gruppo io a stento riesco a seguirli per 3-4 Km poi scende il buio. Vengo soccorso da un ragazzo di Genova (?) che si ferma con me, mi sorregge, mi spinge e mi porta all’arrivo.
Non so come riesco a recuperare la borsa in auto ed ad entrare in palestra, poi crollo.
Mi soccorrono il grandissimo Yeti ed il fantastico Massimo, si fanno letteralmente i quattro (forse c’era anche Piedone ma non sono sicuro), arriva l’ambulanza; i crampi mi dilaniano le gambe, il corpo, privo di controllo, trema all’infinito; ho male dappertutto.
In ospedale mi mettono in una sorta di sacco a pelo riscaldato, mi informano che i tremori passeranno in un’oretta circa. Ho la febbre a 38,4 ma questo dicono è un bene. Sto ritornando indietro dell’inferno, vorrei piangere ma non ne ho la forza; poi tutto passa, ritorno vigile al 100%, arriva Massimo e lo vedo con grande gioia ne cuore.
Sono qui a raccontarvi il mio viaggio negli inferi, ho 47 anni e non riesco a smettere di piangere, non so se quanto mi è accaduto mi cambierà la vita, di sicuro alcune cosa avranno minore importanza d’ora in avanti.
 
Vorrei anch’io unirmi a tutti coloro che hanno abbracciato la famiglia di Paolo Ponzo che è stato meno fortunato di me. Paolo ho rischiato di incontrarti in paradiso, ciao Claudio

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Classifica valbossini

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Malgesso – 24/03/13

Pubblicato il 24.3.13

Classifica valbossini

N.ASS. CAT. PET. ATLETA TEMPO N.CAT. PUNTI Media
64 13 801 ZONCA GIANNI 00:42:55 4 185 00:04:51
66 11 607 DI RAIMO ADRIANO 00:43:09 13 172 00:04:53
83 13 848 ALEZIO ANTONIO 00:43:57 5 180 00:04:58
90 10 501 CAMMARATA ADRIANO 00:44:25 20 165 00:05:01
105 13 802 SECCO LUIGI 00:45:37 6 179 00:05:09
114 13 804 SECCO GIUSEPPE 00:46:10 7 178 00:05:13
131 9 400 IULIANO SIMONE 00:47:10 8 177 00:05:19
133 13 815 DE MIERI ANGELO 00:47:29 9 176 00:05:22
134 10 506 DE MARCO GIANLUCA 00:47:31 27 158 00:05:22
151 4 79 ABBIATI STEFANIA 00:49:08 8 177 00:05:33
162 13 806 GONZATO EGIDIO 00:49:52 13 172 00:05:37
172 12 778 DE FILIPPIS MARINO 00:50:51 22 163 00:05:44
189 6 165 TARTARI MARIA 00:52:14 1 200 00:05:53
197 12 704 LATTUADA MARCO 00:53:10 30 155 00:06:00
204 13 803 CIANI NICOLA 00:53:36 17 168 00:06:03
223 14 903 PAROLIN ATTILIO 00:55:11 4 185 00:06:12
238 3 47 VICARIO ELENA 00:57:22 5 180 00:06:28
247 6 166 DALL'ASEN JOLE 00:57:58 2 195 00:06:33
260 14 904 QUALLONI ANSELMO 00:59:59 9 176 00:06:46
265 5 129 BIANCHI ELENA 01:00:51 11 174 00:06:52
291 6 167 CHIEPPA RITA 01:10:46 5 180 00:07:59

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Clicca sulle immagini per ingrandirle

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Valbossini presenti

N.ASS. CAT. PET. ATLETA TEMPO N.CAT. PUNTI
32 10 593 ZANINI CLAUDIO 8 177
47 11 686 ULIVI ALBERTO 9 176
86 10 502 COLAIACOVO NICOLA 16 169
87 10 504 GIAMBERARDINO LUCIANO 17 168
97 13 801 ZONCA GIANNI 6 179
107 11 607 DI RAIMO ADRIANO 24 161
110 10 501 CAMMARATA ADRIANO 20 165
118 13 804 SECCO GIUSEPPE 7 178
129 9 400 IULIANO SIMONE 13 172
137 13 802 SECCO LUIGI 8 177
147 13 815 DE MIERI ANGELO 11 174
168 10 506 DE MARCO GIANLUCA 28 157
183 13 806 GONZATO EGIDIO 14 171
189 14 905 GIAMBERINI GIOVANNI 2 195
203 12 776 LATTUADA DARIO 22 163
207 14 903 PAROLIN ATTILIO 4 185
227 3 47 VICARIO ELENA 6 179
247 6 166 DALL'ASEN JOLE 1 200
250 14 904 QUALLONI ANSELMO 10 175
253 12 713 LOZZA MAURO 32 153
257 5 129 BIANCHI ELENA 8 177
269 4 77 ROMANATO ROBERTA 10 175

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Quattro valbossini presenti oggi a Vigevano.
Da sottolineare il buon debutto di Bacco Andrea sulla distanza.
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Due valbossini a Roma

Pubblicato il 17.3.13

Complimenti ai due valbossini presenti oggi a Roma.image

Ecco i loro passaggi:

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La caratteristica peculiare della Lago Maggiore Half Marathon è di alternare ogni anno la partenza con l’arrivo e quest’anno la sua 6 edizione prevedeva la partenza da Pallanza e l’arrivo a Stresa. Ovviamente secondo la teoria commutativa applicata alla corsa (che mi sono ovviamente inventato) secondo la quale “invertendo partenza ed arrivo i km non cambiano” i 2 percorsi risultano ovviamente identici ma personalmente ho preferito l’edizione precedente che mi è sembrata con pendenze più favorevoli ed un arrivo più scenografico.

Anche quest’anno numeri importanti: 2000 arrivati e 20 valbossini al traguardo, a dimostrazione che questa gara è considerata (a ragione) una delle più amate dell’anno: l’ottima organizzazione e la bellezza dello scenario (se soprattutto capitano belle giornate come domenica) fanno oggettivamente la differenza per chi vuole unire la corsa al passare una bella e piacevole giornata “fuori porta”.

Lorenzo

 

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24 MARZO STRAMILANO

Pubblicato il 11.3.13

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C’è tempo fino a venerdì 16 per raccogliere le iscrizioni societarie e usufruire della tariffa agevolata di 25€ (invece di 35).
4 sono i valbossini interessati, se arriviamo ad otto è fatta.

Chi fosse interessato contatti Paolo Negretto

paolo.negretto@gmail.com

cell. 320 7429052

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Classifica valbossini

N.ASS. CAT. PET. ATLETA TEMPO N.CAT. PUNTI Media
46 4 109 DI GREGORIO ELISABETTA 00:43:31 2 195 00:04:25
67 11 601 BERALDO GIANMARCO 00:45:31 17 168 00:04:37
72 11 607 DI RAIMO ADRIANO 00:45:49 19 166 00:04:39
84 10 504 GIAMBERARDINO LUCIANO 00:46:16 19 166 00:04:42
90 13 801 ZONCA GIANNI 00:46:43 5 180 00:04:45
100 13 848 ALEZIO ANTONIO 00:47:18 7 178 00:04:48
107 11 602 POGGIONI ANDREA 00:47:44 27 158 00:04:51
111 13 846 PERUCCHINI MARIO 00:48:08 8 177 00:04:53
118 10 501 CAMMARATA ADRIANO 00:48:18 24 161 00:04:54
123 13 804 SECCO GIUSEPPE 00:48:28 9 176 00:09:36
137 13 802 SECCO LUIGI 00:49:36 10 175 00:05:02
144 4 79 ABBIATI STEFANIA 00:50:28 7 178 00:05:07
160 4 78 RODARI LIZIA 00:51:31 8 177 00:05:14
162 10 506 DE MARCO GIANLUCA 00:51:42 29 156 00:05:14
186 13 815 DE MIERI ANGELO 00:53:30 13 172 00:05:25
194 14 905 GIAMBERINI GIOVANNI 00:54:02 4 185 00:05:29
201 12 778 DE FILIPPIS MARINO 00:54:33 30 155 00:05:32
215 6 165 TARTARI MARIA 00:55:37 2 195 00:05:39
220 13 803 CIANI NICOLA 00:56:07 17 168 00:05:41
223 12 704 LATTUADA MARCO 00:56:27 34 151 00:05:43
250 14 903 PAROLIN ATTILIO 00:58:28 7 178 00:05:56
269 3 47 VICARIO ELENA 01:01:35 5 180 00:06:13
270 14 904 QUALLONI ANSELMO 01:01:46 9 176 00:06:15
280 6 166 DALL'ASEN JOLE 01:03:30 3 190 00:06:26
287 12 713 LOZZA MAURO 01:05:22 41 144 00:06:34
295 5 129 BIANCHI ELENA 01:06:20 12 173 00:06:41
316 4 77 ROMANATO ROBERTA 01:14:20 16 169 00:07:32
326 6 167 CHIEPPA RITA 01:18:01 6 179 00:07:54

1

FESTA DELLA DONNA

Pubblicato il 7.3.13

MIMOSA Venerdì festa della donna, una giornata che non può e non deve passare inosservata da parte del nostro Gruppo Podistico.

Auguri e un evviva alle nostre Atlete tutti i giorni siete sempre in corsa!!!

Cordiali Saluti
A. De Mieri

0

Classifica valbossini

N.ASS. CAT. PET. ATLETA TEMPO N.CAT. PUNTI Media
46 4 109 DI GREGORIO ELISABETTA 00:43:31 2 195 00:04:25
67 11 601 BERALDO GIANMARCO 00:45:31 17 168 00:04:37
72 11 607 DI RAIMO ADRIANO 00:45:49 19 166 00:04:39
84 10 504 GIAMBERARDINO LUCIANO 00:46:16 19 166 00:04:42
90 13 801 ZONCA GIANNI 00:46:43 5 180 00:04:45
100 13 848 ALEZIO ANTONIO 00:47:18 7 178 00:04:48
107 11 602 POGGIONI ANDREA 00:47:44 27 158 00:04:51
111 13 846 PERUCCHINI MARIO 00:48:08 8 177 00:04:53
118 10 501 CAMMARATA ADRIANO 00:48:18 24 161 00:04:54
123 13 804 SECCO GIUSEPPE 00:48:28 9 176 00:09:36
137 13 802 SECCO LUIGI 00:49:36 10 175 00:05:02
144 4 79 ABBIATI STEFANIA 00:50:28 7 178 00:05:07
160 4 78 RODARI LIZIA 00:51:31 8 177 00:05:14
162 10 506 DE MARCO GIANLUCA 00:51:42 29 156 00:05:14
186 13 815 DE MIERI ANGELO 00:53:30 13 172 00:05:25
194 14 905 GIAMBERINI GIOVANNI 00:54:02 4 185 00:05:29
201 12 778 DE FILIPPIS MARINO 00:54:33 30 155 00:05:32
215 6 165 TARTARI MARIA 00:55:37 2 195 00:05:39
220 13 803 CIANI NICOLA 00:56:07 17 168 00:05:41
223 12 704 LATTUADA MARCO 00:56:27 34 151 00:05:43
250 14 903 PAROLIN ATTILIO 00:58:28 7 178 00:05:56
269 3 47 VICARIO ELENA 01:01:35 5 180 00:06:13
270 14 904 QUALLONI ANSELMO 01:01:46 9 176 00:06:15
280 6 166 DALL'ASEN JOLE 01:03:30 3 190 00:06:26
287 12 713 LOZZA MAURO 01:05:22 41 144 00:06:34
295 5 129 BIANCHI ELENA 01:06:20 12 173 00:06:41
316 4 77 ROMANATO ROBERTA 01:14:20 16 169 00:07:32
326 6 167 CHIEPPA RITA 01:18:01 6 179 00:07:54

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PROPOSTE VARIE

Pubblicato il 2.3.13

Se volete correre in nuove corse per variare ecco che a marzo ci sono diverse possibilità.

L'8 marzo ciaspolata FULL MOON sulla vetta del Mottarone in notturna con spaghettata finale.

Il 24 marzo due possibilità:
un trail in Liguria, la Maremontana con diverse distanze: 47k,25k,16k,

ed uno proprio in casa nostra ad Arsago Seprio il TRAIL DI BOZZ, organizzato dagli amici dell'Insubria sky team che per la prima non prevedono classifica ma alla fine non mancherà una mangiata in compagnia.

C'è l'imbarazzo della scelta, maggiori info in appuntamenti e volantini.

Marco