0

imagePer la prima volta in una competizione ho partecipato alla prova più corta. Ho sempre evitato come la peste le gare in circuito, paura della noia e scarsa capacità di gestire mentalmente tali situazioni mi hanno sempre tenuto lontano. Questa volta però, complice il fatto che le corse dei Bione Trailers Team le ho sempre apprezzate nei percorsi e nell'organizzazione mi sono arrischiato a provare sfidando le mie perplessità.

6 ore per ripetere più volte possibile un giro di 6,6 chilometri con un dislivello positivo di 550 metri. Con le condizioni difficili anche se in sicurezza del percorso che da giorni sono state comunicate ed il meteo avverso penso di percorrere e ritenermi più che soddisfatto 5 giri. Prima della mia partenza piove e nevica e guardo con curiosità i partecipanti della 12 e 24 ore che entrano nella base vita per registrare il passaggio e usufruire del ristoro. Sulla visiera dei cappellini e sugli zaini hanno qualche centimetro di neve fresca mentre le espressioni del viso esprimono gioia e tranquillità. Il commento più gettonato è bello bello bello e divertente!

Finalmente anche noi partiamo, è subito salita in forte pendenza su acciottolato e sentiero molto fangoso. 100 metri di dislivello più su nevica deciso ed è uno spettacolo mentre la mulattiera cementata ci porta nell'unico tratto pianeggiante decisamente corto. Comincia il sentiero nella magia del bosco e con tratti via via più ripidi si arriva nel punto più alto della gara a 1100 metri all'Eremo di San Virgilio dove è posto il controllo e un ristoro. La prima parte della discesa è un toboga stretto fra due muretti di neve ed il fondo a causa dei continui passaggi della gare incominciate 4 ore prima è terribilmente duro e scivoloso. Lasciarsi andare è adrenalina pura ma con un po' di tecnica fra qualche perdita di aderenza e cambi di direzione al limite del volare via è puro spasso. Va detto che in ogni caso un eventuale caduta significherebbe al massimo pestare una bella culata o finire a pesce fuori traccia nel spesso strato di neve fresca. Sono condizioni dove mi trovo perfettamente a mio agio e fra un tratto tecnico e l'altro mi ritrovo sulla mulattiera che in un attimo porta all'arrivo. Il primo giro è concluso ma sono un po' troppo sotto ai tempi previsti, ho leggermente spinto troppo in salita e fatto il pazzo in discesa. Devo darmi una regolata se non voglio scoppiare. Risalgo con più moderazione godendomi la neve che cade copiosa e tutto ciò che mi circonda. Giro di boa, mannaggia a me non sono in grado di scendere tranquillo, è troppo bello e lascio andare come e più di prima. Qua e la qualche concorrente delle prove più lunghe costringe a sorpassi avventurosi ma tutto avviene senza patemi particolari e fastidi reciproci. Terzo giro, sto bene, vado regolare ma da metà salita in poi la neve è sempre più dura e scivolosa così decido che giù alla base vita cambierò assetto di corsa prendendo i bastoncini. Detto fatto, mangio anche e mi bevo una birra. Mai fatto di bere birra in gara ma oggi mi sento proprio una meraviglia e un po' animale! Quarta risalita, tutto ok ma mi accorgo di essere più lento. Normale, non mi preoccupo minimamente, un calo era inevitabile viaggiando a ritmi maggiori rispetto alle mie abitudini. Eccomi all'Eremo, anche qui hanno la birra e ne tracanno una bella dose. Niente male, ho scoperto che al contrario di sali, bibite dolci e the non impasta la bocca e scende che è un piacere. Aveva smesso per una mezzora ma all'inizio del quinto giro piove intensamente. Accendo la frontale e salgo incontro alla neve che sopra cade fitta e fine accompagnata da un bel venticello. Non ho orologio, non ho idea di che ora sia ma ho quasi la certezza che sia l'ultima risalita. Scendo e mi comunicano che sono le 7. Non posso tirarmi indietro, sfido me stesso provando a superare le previsioni. Ho forza e voglia in abbondanza e posso farcela. Salgo bene, deciso ed efficace con la consapevolezza che questo è davvero l'ultimo giro. Sono contento ma allo stesso tempo mi dispiace. Eccomi ancora una volta all'Eremo, chiedo l'ora ed è chiaro che riesco a finire la tornata nel tempo limite. Oltre alle 6 ore per regolamento c'è un bonus di 15 minuti e potrei scendere in tutta calma. Ma non esiste proprio, voglio stare pulito nelle 6 ore, nevica fitto, è buio pesto, le nuvole basse diminuiscono la visibilità ma la balisatura catarinfrangente è a prova di bomba. Insomma per quanto possa sembrare strano condizioni che adoro e così va in scena la mia miglior discesa! Il toboga ghiacciato con i continui cambi di direzione, la rampa, il curvone molto ampio ma traditore, la seconda rampa dove ormai si scia, il tratto tecnico nel bosco fra radici e gradoni, il piccolo pianoro, la mulattiera, l'altro sentiero ormai in condizioni abominevoli, l'ultimo zig zag nel paese sempre sul ripido, tutto ad una velocità folle pervaso da una sensazione di euforia e felicità impagabile. Il campanile batte le 8 mentre entro alla base vita. Missione compiuta! Festeggio immediatamente tirando il collo ad un'altra bottiglia di birra!

6 giri 39,6 chilometri con 3300 metri di dislivello positivo, quarto classificato.

Ah già.... e la tanto temuta noia? Il maltempo, le condizioni rognose del percorso e il suo sviluppo interamente di montagna, le ultime due ore al buio,l'ottima organizzazione e io che stavo proprio bene, impossibile avere un solo attimo di fastidio mentale.

Chissà, magari il prossimo anno ci fossero le stesse condizioni potrei provare una delle prove maggiori.

Alberzek

0 commenti