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Gli indiani d’America preparavano la caccia al bisonte per settimane se non mesi.
Il grosso bovino infatti tornava nei loro territori una volta l’anno ed ucciderne quanti più possibile era questione di sopravvivenza.
Allora, i fieri guerrieri si trasformavano in cacciatori abilissimi.
Quando per ragioni sconosciute la “transumanza” non avveniva nei luoghi soliti, era una catastrofe ed il guerriero cacciatore si sentiva sconfitto.
Allo stesso modo il maratoneta prepara meticolosamente per mesi la sua maratona.
Si allena in orari impossibili, sotto il sol leone e sotto la pioggia, con il caldo e con il gelo, di giorno e di notte, nelle sue zone e anche in capo al mondo.
L’obiettivo è chiaro; conquistare la “sua” Maratona.
Quando per ragioni misteriose, quando tutto è pianificato e quando tutto sembra perfetto e la coscienza, che tanto lo tormenta, si è finalmente placata; quando si presenta alla “sua” caccia e vede la preda scivolargli tra le mani come la sabbia del mare, quando tutto ciò accade, egli si sente un po’ indiano,... un po’ guerriero,.. un po’ sconfitto.
NYCMarathon abbiamo un conto in sospeso... tornerò a cacciarti, maledetta!!!


il Pilo

1 commenti
  1. Anonimo 8 novembre 2008 alle ore 21:38  

    Claudio se la cosa ti puo consolare e una esperienza che capita a tutti i maratoneti indistintamente prima o poi e quando meno ti aspetti ecco il miracolo
    angelo